Il parroco don Francesco Tallarico
Reportage: viaggio nelle parrocchie
Articolo pubblicato nella rubrica settimanale del quotidiano
"Il Centro" (19 Ottobre 2007)
di Pietro Guida
Un quartiere multietnico, multiculturale, ma soprattutto multireligioso. Il territorio della parrocchia di San Giovanni, tra le più antiche della città, ospita ben due moschee, una chiesa evangelica e una sala del regno, ma anche una comunità rom e il carcere. Il parroco, don Francesco Tallarico, punta sulle famiglie, sulle loro necessità spirituali e sociali, in un quartiere che deve fare i conti con casi di ordinaria povertà.
E' un quartiere vecchio ma che si rinnova, una zona con tanti problemi ma laboriosa e pronta a riscattare il suo futuro. La zona, molto estesa, si estende da via san Francesco fino a via Napoli, e conta quasi ottomila anime. La parrocchia è in costante crescita e il parroco, romano di origine, vede il futuro alla luce dei valori legati alla famiglia. E i risultati ci sono. Secondo il parroco, è parlando ai grandi che i piccoli vengono educati e formati nel modo giusto. I praticanti sono il 20-25 per cento della popolazione, ma la percentuale supera l'ottanta per cento per le fasce giovanili. Ma il primo problema è la povertà. «Qui le famiglie», spiega il sacerdote, «hanno grosse difficoltà, in qualche caso, soprattutto in alcuni rioni, fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Ci sono problemi di povertà tanto gravi che spesso la preoccupazione principale è quella di trovare il necessario per il sostentamento di tutti i componenti della famiglia». Per questo la parrocchia fa missione sul posto, e per tali ragioni è stata riaperta la Caritas, che ha tanto da fare. Ma le famiglie sono alle prese anche con problemi di tossicodipendenza dei figli. I pericolosi tappeti di siringhe nella zona di Sant'Antonio ne sono la riprova. La zona, inoltre, è abitata da persone di ogni nazionalità e un quartiere multiculturale è di per sé multireligioso. Ci sono una moschea in via America e una in via del Pioppo, ma anche una chiesa evangelica in via Bolzano e una sala del regno nei pressi della superstrada. Poi c'è la comunità rom, ben accolta da tutta la parrocchia. Nel quartiere c'è anche una piazza intitolata a beato Zeffirino (Ceferino) Gimenez Malla, detto "El Pelé", il primo zingaro che la Chiesa ha posto sugli altari, nato a Benavent de Lérida nel 1861 e fucilato al cimitero di Barbastr. Fu proclamato beato il 4 maggio 1997 da Giovanni Paolo II a Roma. Nel quartiere, però, oltre ai problemi c'è anche tanta voglia di fare e le famiglie della parrocchia dimostrano una eccezionale vitalità. Il parroco è convinto che «è necessario lavorare con le famiglie, coinvolgerle». Per questo in parrocchia le iniziative per gli adulti pullulano. La preparazione dei bambini, infatti, nella parrocchia di San Giovanni, inversamente a quanto accade nelle altre realtà, è diventata un'occasione per avvicinare le famiglie e non viceversa. «Stiamo pensando anche a iniziative specifiche per la formazione delle famiglie», annuncia il parroco. La famiglia religiosa di San Giovanni, quindi , apre le braccia alle singole famiglie del quartiere. «Soprattutto a quelle più giovani», sottolinea don Franco, «tra le quali il problema principale è quello delle frequenti separazioni». Braccia aperte anche ai battesimi dei figli di coppie separate, «basta si sentano parte della chiesa», afferma, «perché bisogna aiutare le famiglie in tutti i sensi».
Era il 30 dicembre del 1912 quando sua eccellenza monsignor Pio Marcello Bagnoli, vescovo dei Marsi, con sede ancora a Pescina, firmava il decreto di erezione della nuova parrocchia di San Giovanni Decollato ad Avezzano. La parrocchia nacque dalla divisione di San Bartolomeno, che era la prima e unica parrocchia della città. San Giovanni ebbe la sua sede nella chiesa di San Francesco. Questa chiesa, due volte distrutta (prima dal terremoto del 1915 e poi dal bombardamento aereo del 17 gennaio 1944) due volte è risorta. Proprio per questo motivo gli avezzanesi sopravvissuti ai due eventi distruttivi vi si sono attaccati come a una reliquia preziosa.
Fanno parte della parrocchia, oltre alla chiesa di San Giovanni, quella di Sant'Antonio abate, in via San Francesco, e Sant'Antonio di Padova, vicino al cimitero.