Emanuela Marinelli si è laureata nell'Università degli Studi La Sapienza di Roma in Scienze Naturali e Scienze Geologiche con 110 e lode.
Ha conseguito il Diploma di Catechista Specializzato in catechesi della Passione con un corso di studi quadriennale presso il Centro Romano di Sindonologia e il Vicariato di Roma. E’ stata docente presso il Centro Romano di Sindonologia. Ha partecipato come docente a numerosi corsi di aggiornamento per gli insegnanti di religione cattolica in varie diocesi italiane. Ha tenuto lezioni di Iconografia, Iconologia e Simbologia Cristiana presso la sede di Orvieto (Terni) della LUMSA (Libera Università Maria Santissima Assunta). Presso la sede di Roma della LUMSA ha tenuto le esercitazioni di Sindonologia per la cattedra di Storia Romana. Ha tenuto presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma lezioni sull’Iconografia di Cristo e la Sindone nell’ambito del Diploma di Specializzazione in Studi Sindonici.
Ha partecipato a svariate trasmissioni radiofoniche e televisive. Ha parlato in molteplici congressi sulla Sindone in Italia e all’estero. È stata la coordinatrice del Comitato Organizzatore del Congresso Mondiale “Sindone 2000” (Orvieto, 27-29 agosto 2000) e la curatrice, insieme al Prof. Angelo Russi, della pubblicazione dei relativi Atti (Gerni Editori 2002).
Conferenziera in Italia e all'estero, ha scritto moltissimi articoli e diciassette libri sulla Sindone, tradotti in varie lingue, fra i quali i più recenti sono Luce dal Sepolcro (con Marco Fasol, Fede&Cultura 2015) e La Sindone, storia e misteri (con Livio Zerbini, Odoya 2017).
È stata fra i promotori del movimento "Collegamento pro Sindone" dalla sua fondazione (1985), dell'omonimo periodico bimestrale, pubblicato dal 1985 al 2000, e del relativo sito internet www.sindone.info, nato nel 1997.
Collabora con Observo Onlus per il progetto “Kwauso School” www.observo-onlus.org/v2/attivita/kwauso-school/ a Bukoba (Tanzania) e devolve il ricavato della vendita dei suoi libri per questo progetto.
Il 23 ottobre 2015 a Bassano del Grappa (VI) è stata insignita della Medaglia d’Oro al merito della Cultura Cattolica.
Il 25 giugno 2017 le è stato conferito il premio letterario “Castello di Prata Sannita (CE)”.
L'8 novembre 2017 è stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
La Sindone (dal greco sindon, lenzuolo) è un lungo telo di lino (442 cm per 113 cm) che ha certamente avvolto il cadavere di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso con chiodi e trapassato da una lancia al costato. Un’antica tradizione la ritiene il lenzuolo funebre di Gesù Cristo.
La preziosa reliquia è stata in possesso dei Savoia dal 1453 fino al 1983, quando Umberto II la donò al Papa. Dal 1578 la Sindone è conservata a Torino.
Le prime notizie storiche certe dell’esistenza di questa reliquia risalgono a metà del XIV secolo, quando Geoffroy de Charny consegnò la Sindone ai canonici di Lirey, presso Troyes, in Francia. Sua moglie, Jeanne de Vergy, era una pronipote di Othon de la Roche, un cavaliere crociato che molto probabilmente la portò via da Costantinopoli durante il saccheggio della IV crociata (1204).
La Sindone potrebbe essere giunta a Costantinopoli il 16 agosto del 944 proveniente da Edessa (oggi Urfa, nel sud-est della Turchia) con il nome di Mandylion, un panno su cui si riteneva miracolosamente impressa l’immagine di Gesù. Le copie del Mandylion, e in generale tutte le raffigurazioni di Cristo dal IV secolo in poi, sono ispirate alla Sindone. Un’antica tradizione attribuisce a San Giuda Taddeo Apostolo il trasporto da Gerusalemme a Edessa della stoffa con l’impronta di Cristo.
Nel 1988 la Sindone fu datata con il metodo del Carbonio 14. In base a questa analisi, risalirebbe a un periodo compreso tra il 1260 ed il 1390 d.C. Però le modalità dell'operazione di prelievo, la zona del campionamento e l'attendibilità del metodo per tessuti che hanno attraversato vicissitudini come quelle della Sindone sono ritenute insoddisfacenti da un numero rilevante di studiosi. Nel 2013 tre nuove analisi hanno datato la Sindone all’epoca di Cristo. Si tratta di due datazioni chimiche, basate sulla spettroscopia vibrazionale, e un metodo di datazione meccanico.
Molte altre analisi scientifiche avvalorano l’autenticità della Sindone: la grande abbondanza di pollini di provenienza mediorientale e di aloe e mirra; la manifattura rudimentale della stoffa; la presenza di aragonite simile a quella trovata nelle grotte di Gerusalemme; una cucitura laterale identica a quelle esistenti su stoffe ebraiche del primo secolo.
Sulla Sindone è visibile l’impronta in negativo del corpo che vi fu avvolto, oltre alle macchie del suo sangue, che è risultato vero sangue umano di gruppo AB, decalcatosi dalle ferite del cadavere in un tempo valutato attorno alle 36-40 ore. L’impronta, dovuta a disidratazione e ossidazione delle fibrille superficiali del lino, si può spiegare solo ammettendo che il corpo abbia emesso una radiazione luminosa. La Sindone ci porta dunque fin sulla soglia del mistero della Resurrezione.
Per saperne di più:
Emanuela Marinelli – Marco Fasol – Luce dal sepolcro – Fede & Cultura, Verona 2015
Emanuela Marinelli – Livio Zerbini - La Sindone, storia e misteri, Odoya, Bologna 2017
di Emanuela Marinelli
www.sindone.info